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LA STORIA

2015   Studio sulla lentezza - work in progress prodotto con il sostegno di Cavallerizza Irreale / Torino

2016   vince il bando Choreographic Collision di Venezia Danza che porta alla produzione di perchéDESERTO. Debutta al Teatro C. Goldoni di Venezia - febbraio.

2016/17   vince il bando Ricerca X con il progetto How Much? - in collaborazione con il centro regionale della danza La lavanderia a Vapore.

2017  Vibrazioni di immagini corporee-

performace tra danza musica e pittura. Debutta al Festival di arte contemporanea  Here - Cavallerizza Irreale / Torino

2017  Dèi dadi - prodotto con il sostegno di Transit Festival /Dk , Casa Luft / Torino

e Cavallerizza Irreale. Debutta al Festival Internazionale Femart in Kosovo - maggio.

2017  D'istinti coraggi e decorose paure -   street performance - debutta al Festival Femart in Kosovo - maggio.

IL COLLETTIVO

Il collettivo statolento nasce nella primavera del 2015 nello spazio culturale autogestito de la Cavallerizza Reale Occupata di Torino. Questo spazio è stato ispiratore dei valori fondamentali della ricerca ed è la base del nostro pensiero sull’arte e più in generale sul contesto sociale in cui viviamo.

La volontà che ci unisce come membri del collettivo è quella di interrogarci sul potenziale dell’atto creativo quando la fusione tra arti diverse -il teatro e la danza- trova forza nella sintesi di un linguaggio universale.  

Il nome statolento deriva da una presa di posizione nei confronti della società, del vivere il contemporaneo e la quotidianità, con la necessità di prendersi un tempo per l’incontro e la creazione. Un manifesto con cui dichiariamo che i tempi di questa contemporaneità ci travolgono e pertanto scegliamo di rallentare per porre attenzione al dettaglio, alla profondità, alla relazione tra i soggetti e il mondo esterno.

Ci definiamo un collettivo perché crediamo nella possibilità di un confronto continuo, nelle scelte condivise e in un sentire il lavoro come ciò che s’impone nonostante noi. Il nostro è un esperimento, un posizionamento che ci siamo imposti per andare oltre noi stessi.

Arte è quindi possibilità di crescita e sospensione; con i nostri lavori vogliamo portare lo spettatore nel profondo di sé, in un atto intimo che nello stesso tempo raggiunge l’estasi del momento collettivo. Le arti performative mettono l’uomo di fronte ai suoi limiti per andare oltre, ironizzare ed evolvere.

Crediamo fondamentale portare l’arte fuori dai contesti istituzionali e canonici per sviluppare pratiche di produzione innovative che permettano all’arte e alla sperimentazione di sopravvivere nonostante predomini il mercato dell’intrattenimento e del consumo. 

                                                     "Nulla l'uomo teme di più che essere toccato dall'ignoto"
                                                                                                                   

                                                                                                                                                         E. Canetti

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